Quando un locale si può destinare a laboratorio chimico in Italia. Regole e condizioni

Un laboratorio chimico è un locale adibito ad analisi chimiche e preparazioni di sostanze chimiche e miscele di esse per cui è necessario che sia costruito in modo da garantire sicurezza sia per persone sia per sostanza in esso lavorate.

Per destinare un locale a laboratorio chimico ci sono regole e condizioni specifiche da rispettare.

 

CARATTERISTICHE PER I LOCALI ADIBITI A LABORATORIO CHIMICO 

  • Aree di contaminazione separate (aree di isolamento e dei residui, aree di laboratorio) da quelle pulite (aree per le pause di lavoro e per il lavoro di amministrazione, spogliatoi: gli indumenti personali necessitano di ambienti separati da quelli ove vengono riposti gli indumenti di lavoro) (D. Lgs. 81/08 e regolamento igiene)
  • Spazi sufficientemente ampi in modo da operare senza possibilità di scontri accidentali tra le persone e contro le apparecchiature (regolamento di igiene)
  • Presenza di lavabi azionabili tramite il piede o il gomito, in preferenza vicino all’uscita: ogni laboratorio deve essere dotato di un lavandino, con comando di erogazione dell’acqua a pedale o a fotocellula, preferibilmente posizionato in prossimità dell'uscita. (linee guida ISPESL/INAIL)
  • Porte con adeguata resistenza al fuoco, con sistema di auto-chiusura, e con pannelli trasparenti, con una larghezza minima di m 0.80 preferibilmente apribili nel senso di esodo (linee guida ISPESL/INAIL)
  • In caso di uso di fiamme libere e/o materiale infiammabile, con un numero di operatori superiore a cinque, le porte devono avere caratteristiche antincendio (grado predeterminato di resistenza al fuoco: REI), una larghezza utile minima di m 1,20 ed essere apribili nel senso dell'esodo. (DM 10/03/98)
  • I serramenti delle finestre devono essere rivestiti in materiale impermeabile e facilmente lavabile (regolamento di igiene).
  • Le finestre che si possono aprire devono essere dotate di barriere per gli artropodi, per es. zanzariere. (regolamento di igiene)
  • L'illuminazione deve essere di adeguata intensità per permettere il facile riconoscimento degli oggetti, favorire lo svolgimento delle attività, evitando l'insorgenza di affaticamento, rendere chiaramente percepibili eventuali situazioni pericolose. L'illuminazione naturale deve essere utilizzata nella maggior misura possibile per favorire il benessere psico-fisico degli operatori e ridurre il consumo energetico. Le finestre devono essere dotate di sistemi per la modulazione dell'intensità della luce. L'impianto di illuminazione artificiale, nel rispetto delle esigenze di risparmio energetico, deve assicurare parametri illuminotecnici quali: livello e uniformità dell'illuminamento, ripartizione delle luminanze, limitazione dell'abbagliamento, colore della luce e buona resa del colore, illuminamento di esercizio medio, sui piani di lavoro, non inferiore a 500 lux (UNI 12464-1)
  • Deve essere presente un impianto di illuminazione di emergenza che entri in funzione quando l'alimentazione dell'illuminazione normale viene a mancare, in grado di assicurare anche l'evacuazione in sicurezza degli operatori. (linee guida ISPESL/INAIL)
  • Autoclavi per la decontaminazione dei rifiuti infetti (linee guida ISPESL/INAIL)
  • Cappe di sicurezza a flusso laminare (linee guida ISPESL/INAIL)
  • I rivestimenti di muri, pavimenti, pareti e soffitti, devono essere lisci, impermeabili, facili da pulire e resistenti agli agenti chimici e ai disinfettanti (ad esempio, pareti rivestite con materiale vinilico termosaldato o vernice epossidica sino ad una altezza di m 2,00, pavimento rivestito con materiale vinilico termosaldato raccordato a guscio con la parete). I pavimenti, inoltre, devono essere antisdrucciolevoli, antiscivolo. (regolamento igiene)
  • Le tubazioni e i condotti a vista, devono essere ben discosti dal muro o dal soffitto. (linee guida ISPESL/INAIL)
  • Buona ventilazione di tipo meccanica, con flusso d’aria interno regolare e continuo, senza turbolenze: L'impianto di ventilazione artificiale deve essere realizzato ad integrazione della aerazione naturale quando quest'ultima non riesce a garantire aria salubre in quantità sufficiente. Le finestre devono essere rese facilmente apribili per consentire una corretta ventilazione naturale del locale e devono essere dotate di reti per la protezione da insetti, tenendo conto che nei laboratori vengono utilizzate sostanze chimiche pericolose e gli utenti di laboratorio possono venire a contatto con agenti biologici di tipo 2-3 (vedi:linee guida ISPESL/INAIL e caratteristiche costrittive laboratorio biologico). Tali misure di prevenzione sono da considerarsi necessarie al fine garantire una più efficace separazione tra attività d’ufficio e di laboratorio.
  • Deve essere predisposto un impianto elettrico a norma, adeguato alle potenze delle apparecchiature e attrezzature in uso, con un numero di prese proporzionato alle esigenze. Detto impianto deve avere le caratteristiche di sicurezza, in relazione alle tipologie di sostanze utilizzate, alle apparecchiature presenti ed alle procedure operative in essere. Ove necessario (ad esempio, presenza di incubatori, cappa di sicurezza biologica, congelatori), deve essere assicurata, in caso di black-out dell'impianto principale, la fornitura di energia elettrica mediante un gruppo elettrogeno. (Regolamento edilizio comunale)
  • Deve essere installato un impianto automatico di rivelazione incendio e di allarme in caso di incendio nel rispetto della normativa vigente.
  • Nell'area dei laboratori devono essere disponibili docce di emergenza e doccette lava-occhi di emergenza.
  • Servizi igienici devono essere dotati di antibagno di accesso in numero non inferiore a 1 ogni 10 addetti (regolamento edilizio comunale)
  • Non è consentito il riutilizzo di locali interrati e seminterrati per attività che comportano la presenza o la generazione di sostanze nocive o temperature eccessive (regolamento edilizio comunale)
  • Altezza utile degli spazi per attività principale non adibita ad ufficio m 3,00. (regolamento edilizio comunale)
  • I locali laboratorio devono essere ubicati ai piani fuori terra, senza comunicazione con i piani interrati (D.M. 26/08/1992)
  • I locali ove vengono manipolate sostanze esplosive e/o infiammabili devono essere provvisti di aperture di areazione, permanente, ricavate su pareti attestate all’esterno di superficie pari ad almeno 1/20 della superficie in pianta del locale (a tale proposito si chiarisce che l’utilizzazione di becchi di bunsen o di altri bruciatori alimentati a gas naturale non ricade in tale fattispecie (D.M. 26/08/1992)
  • Qualora vengano manipolati gas aventi densità>0.8 delle predette aperture di areazione almeno 1/3 della superficie complessiva deve essere costituito da aperture, protette con grigliatura metallica situate nella parte inferiore della parete attestata all’esterno e poste a filo pavimento. (D.M. 26/08/1992)
  • Gruppo di continuità
  • Gli armadi per lo stoccaggio di materiali infiammabili hanno elevato peso specifico, pertanto dovranno essere posizionati al piano terra o su solai che permettano un elevato carico statico.
  • Nell'area dei laboratori deve essere assicurato lo stoccaggio delle sostanze pericolose utilizzate.

 

Gli armadi Labor Security System sono il prodotto ideale per il laboratorio.

Vantano elevati standard di sicurezza antincendio perché sono dotati di caratteristiche di sicurezza passiva (la nuova norma EN 14470-1 per gli armadi di stoccaggio classifica i migliori armadi Safetybox con la sigla “TYPE 90”, il massimo previsto per la resistenza al fuoco), ma anche di caratteristiche di sicurezza attiva (le ante dotate di sistema di chiusura a battente con ritorno automatico, il collegamento con un sistema di ventilazione forzata che convoglia i vapori verso l'esterno, l’elettro-aspiratore ATEX).

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